martedì 24 novembre 2009

FAVOLINA








FAVOLINA


C’era una volta, a Foggia, una ragazza che si recava dalla maestra. Era molto bella tanto che il figlio del re, nato a Benevento, non appena la vide, cominciò a seguirla. Un giorno che la fanciulla era intenta ad innaffiare alcune piante di fave, il figlio del re le disse:"Ragazzina, ragazzina che innaffi le fave reali, conta quante foglie ci sono sui rami". La ragazza, nel sentire queste parole, si mise a piangere e riferì alla sua maestra quanto le era accaduto. Questa la consigliò "Quando te lo dice un’altra volta, rispondigli: "Tu che sei figlio di re e di regina conta quante stelle ci sono in cielo" Ma il padre della ragazza, venuto a conoscenza del fatto, ritirò subito la figlia dalla maestra ed il figlio del re, non vedendo più la ragazza, si ammalò. La ragazza, saputo che il figlio del re era infermo, si travesti da morte e si pose a capo del letto del malato. Il principino appena la vide, si spaventò e si mise a urlare: "Morte, non m’ammazzare stanotte, ammazzami domani mattina, affinché io veda la mia bella" La ragazza si fece riconoscere ed esclamò "dovevo assolutamente travestirmi altrimenti mi sarebbe stato impossibile avvicinarti" Il figlio del re guarì e inviò la richiesta di matrimonio al padre della fanciulla che acconsenti al matrimonio dei giovani a Bari.La ragazza però temeva che il marito ricordasse il sotterfugio usato quando si era travestita da morte e che si sarebbe vendicato. Che fece modellò una statua di zucchero e la pose nel letto al posto suo. La ragazza, purtroppo, aveva ragione, infatti, il marito, appena postosi a letto, sguainò la spada e tagliò la testa alla statua di zucchero, e passandosi la lama sulla lingua esclamava: "Oh! come è dolce il sangue della mia sposa, però lei è morta, ed ora devo morire anch’io".La sposa, quando capì che la cosa prendeva una brutta piega, si mostrò al re, gli si inginocchiò di fronte e gli sorrise. Da allora vissero per sempre felici e contenti.
ALESSIO GIANNUARIO

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