mercoledì 25 novembre 2009

ANTICHE FIABE DELL'EUROPA DEL NORD








ANTICA FIABA RUSSA




Una matrigna aveva una figliastra e una figlia. Qualsiasi cosa facesse la figlia, la accarezzavano sulla testa e dicevano: "Che intelligente!". La figliastra, qualsiasi cosa buona facesse, non andava mai bene, non doveva fare così, era tutto brutto. E invece bisogna dirlo: la ragazza era oro, aveva le mani come il formaggio nel burro. Ma la madre ogni giorno si bagnava di lacrime. Il vento prima soffia, poi tace. Ma la vecchia baba prima s'infuria, però non si calma subito, pensa sempre a qualche dispetto, così la donna pensò di cacciare la figliastra da casa e costrinse il padre a portarla via: "Portala, portala, vecchio, dove vuoi, purché i miei occhi non la vedano, e le mie orecchie non sentano più parlare di lei; ma non portarla dai parenti, in una casa calda, ma portala nel campo, nel gelo scricchiolante!". Il vecchio si rattristò, per un poco, e pianse, poi mise la ragazza sulla slitta, voleva coprirla con una coperta, ma ebbe paura. Portò la sventurata senza casa in un campo aperto, la scaricò su un cumulo di neve, le fece il segno della croce, e in fretta tornò a casa, per non assistere alla morte della figlia.
La poverina rimase sola, tremando e e disse una muta preghiera. Arrivò il Gelo; iniziò a saltellare e saltellando osservò la bella ragazza: "Ragazza, ragazza! Io sono Gelo Naso-rosso!". "Salute a te, Gelo. Si capisce che Dio ti ha mandato per la mia anima peccatrice." Gelo voleva colpirla e assiderarla; ma ammirò le sue parole, provò compassione! Le buttò una pelliccia. Lei l'indossò, si strofinò i piedi, si mise a sedere. Venne di nuovo Gelo Naso-rosso, saltellò, ballò, guardò la bella ragazza: "Ragazza, ragazza, io sono Gelo Naso-rosso!" "Salute a te, Gelo. Si capisce che Dio ti ha mandato per la mia anima peccatrice." Gelo sembrò non essere proprio in sé: portò alla bella ragazza un grande baule, pieno di ogni sorta di regali. Lei si sedette, nella sua pelliccia, sul baule, così allegra, così bellina! Arrivò per la terza volta di nuovo Nonno Gelo Naso-rosso, saltellò, ballò, guardò la bella ragazza. Lei lo accolse con un saluto, e lui le regalò un vestito cucito d'oro e d'argento. Lei lo indossò e fu una vera bellezza, una vera eleganza! Sedette di nuovo sul baule e iniziò a cantare.
La matrigna prepara intanto la veglia funebre per lei, cuoce le frittelle. "Và, vecchio, porta a seppellire la tua figlia." Il vecchio se ne andò. E il cane sotto il tavolo: "Bau, Bau! Adesso portano la figlia del vecchio tutta vestita d'oro e d'argento, ma la figlia della vecchia i fidanzati non la prenderannno!". "Taci, stupido cane. Eccoti una frittella, e dì: «I fidanzati prenderanno la figlia della vecchia, e della figlia del vecchio porteranno solo gli ossicini!» Il cane si mangiò la frittella, ma disse di nuovo: "Bau, bau, bau. Portano la figlia del vecchio tutta vestita d'oro e d'argento, ma la figlia della vecchia i fidanzati non la prenderanno!" La vecchia diede al cane le frittelle e lo picchiava, ma lui, sempre: "Portano la figlia del vecchio tutta vestita d'oro e d'argento, ma i fidanzati non prenderanno la figlia della vecchia!".
Il portone scricchiolò, si aprì la porta della capanna, degli uomini portarono un alto e pesante baule, dietro cui entrò la figliastra, tutta risplendente come una vera signora! La matrigna la guardò e allarga le braccia! "Vecchio, vecchio, attacca altri cavalli, e porta presto mia figlia! Mettila nello stesso campo, nello stesso posto!" Il vecchio portò la figliastra nello stesso campo, nello stesso posto, e depose la ragazza. Arrivò Nonno Gelo Naso-rosso, guardò la sua ospite, saltellò e ballò, ma buone parole non le ebbe. Allora si arrabbiò, l'afferrò e la uccise. "Vecchio, và, portami la mia ragazza, attacca cavalli selvatici, non far affondare la slitta, non perdere il baule!" E il cane, sotto il tavolo:"Bau, bau! I fidanzati prenderanno la figlia del vecchio, ma porteranno in un sacco gli ossicini della figlia della vecchia!" "Non mentire! Eccoti una torta. Di’: «porteranno la figlia della vecchia vestita d'oro e d'argento!» Si aprì il portone, la vecchia corse incontro alla figlia, ma invece di lei abbracciò un corpo freddo. Pianse, gridò, ma ormai era troppo tardi.







FIABA TRADIZIONALE NORDICA








FIOCCO DI NEVE








In un piccolo villaggio viveva una coppia di sposi, Ivan e Maria, che desiderava un figlio più di ogni altra cosa. Un giorno, approfittando di una copiosa nevicata, pensarono di dare corpo ai loro sogni modellando un pupazzo di neve a forma di bimba.
Ivan le fece occhi, capelli e una bocca perfetta da bambola di porcellana. Ad un tratto, sentì sulla sua mano un respiro, e vide quella bocca ridere.
Il pupazzo si scrollò la neve di dosso e si rivelò una bella bambina in carne ed ossa, con occhi chiari come una fonte di acqua pura, capelli d'oro e pelle che sembrava vetro da quant'era trasparente.
Dopo lo sconcerto iniziale, i due accolsero a braccia aperte la bambina e la chiamarono Fiocco di Neve. Lei li ricambiava con affetto ed era benvoluta da tutti, perché sempre sorridente e di buon umore.

Passò il lungo inverno, venne la tiepida primavera e qualcosa in Fiocco di Neve mutò. Non era più la bimba allegra dei mesi precedenti: sempre triste, guardava malinconica dalla finestra e non voleva mai uscire. Solo quando pioveva o grandinava tornava felice.
E venne giugno, e con giugno la festa di mezz'estate, in cui nei villaggi si accende il grande fuoco per celebrare la nuova stagione. Tutti i bambini invitarono Fiocco di Neve a danzare intorno al fuoco; lei dapprima non voleva, ma poi, vedendo che ci tenevano così tanto, acconsentì per farli felici.
Ogni cosa era perfetta: i canti, le danze, la gente in festa... finché i bambini che tenevano per mano Fiocco di Neve sentirono un sospiro, e quando si voltarono videro che la loro amica non c'era più. Al suo posto, una pozza d'acqua trasparente. Fiocco di Neve, la fanciulla di ghiaccio, si era sciolta al calore del fuoco.
Agli abitanti del villaggio rimase per sempre il suo ricordo, come quello di un sogno bellissimo, ma di breve durata.






VINCENZO FICARELLI

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